Giulianova – “MULTIVERSI: FANTASCIENZA O TEORIE FISICHE?” Domenica 6 marzo
Circolo virtuoso Il nome della Rosa
Giulianova Alta, Via Gramsci 46/a
Info Line 338/9727534
Domenica 6 marzo ORE 21,00
SEMINARIO
“MULTIVERSI: FANTASCIENZA O TEORIE FISICHE?”
Incontro con la dott.ssa: Fidalma GUALDAMBRINI
Fisico
L’argomento trattato merita più che appropriatamente la frase di Socrate: “Etơi δενγνωρίζω” ovvero “So di non sapere” perché, benché si parli di cosmologia e di fisica quantistica, è comunque la teoria del multiverso un’ipotesi intrigante ancora non supportata da prove sperimentali e sappiamo bene che la scienza non si basa sulla fede ma sulle prove. Ma si potrebbe obiettare che le principali scoperte della scienza, soprattutto nel campo della fisica e dell’astronomia, sono state ipotizzate prima “a tavolino” mediante teorie ed equazioni matematiche e poi realmente confermate, come i buchi neri e le particelle subatomiche. Al momento attuale, questa idea del multiverso costituisce un banco di prova teorico oggetto di diatribe tra fisici nonché suscettibile di conferme o smentite in base alle prove sperimentali, quali le ultime rilevazioni delle onde gravitazionali (progetto LIGO e VIRGO), e ai futuri esperimenti sul LHC del CERN di Ginevra. Che cosa ci proponiamo con questa nostra sintetica trattazione? Un’analisi possibilmente semplice di alcune teorie scientifiche-matematiche quali la teoria delle stringhe, della meccanica quantistica, di alcuni modelli cosmologici (inflazione cosmica, ect..) che portano l’una indipendentemente dall’altra all’ipotesi del multiverso.
Due consigli:
Il primo è di non farsi intimidire dai paroloni usati nella frase precedente: anche le teorie più astruse possono essere spiegate in modo elementare;
Se scegliete di non crederci, fate bene…non si hanno al momento le prove sperimentali proprie del contesto scientifico. Come disse Einstein? La logica ci porta da A a B, la fantasia ovunque.
Allora, sorge spontanea la domanda: ma perché affliggerci con questa roba? Perché mi sento in dovere di far uscire dal tempio di pochi privilegiati queste conoscenze e renderle disponibili a tanti e possibilmente divertendoci: non ci stiamo mica giocando un premio Nobel…
Dott. ssa Fidalma Gualdambrini
(Laurea in Fisica e specializzazione in fisica medica)
BELLANTE – “OMAGGIO ALLA FIGURA DEL PROF. GIACINTO AURITI: l’uomo, il giurista, il rivoluzionario.” 5/03/2016
L’Ass.ne Culturale NUOVE SINTESI
in collaborazione con “SCUOLA DI STUDI GIURIDICI E MONETARI GIACINTO AURITI” e “SETE DI GIUSTIZIA“, in occasione del 23° anno della denuncia alla Banca d’Italia del prof. Giacinto Auriti,
Presenta: “OMAGGIO ALLA FIGURA DEL PROF. GIACINTO AURITI:
l’uomo, il giurista, il rivoluzionario.”
La figura di Auriti è nota alle cronache nazionali ed internazionali per il suo esperimento del SIMEC ma ben poco si sa della scoperta giuridico-scientifica che era alla base di quel esperimento: la scoperta del valore indotto della moneta. Negli ultimi anni si è riacceso l’interesse per l’azione “rivoluzionaria” di Auriti; molti pensano che Auriti iniziò la battaglia contro il sistema usurocratico solo con l’avvento dell’euro. Pochi sanno che Auriti impiego’ 40 anni della sua vita e migliaia di chilometri in lungo e largo la penisola italiana per diffondere la scoperta del valore indotto, sin dagli anni ’70. Pochi pero’ conoscono l’aspetto personale ed umano di Auriti. Lo ricorderemo con aneddoti di chi gli è stato al fianco per tutti i 40 anni di attività culturale e divulgativa. In primis Mauro Di Sabatino e tutti coloro che vorranno raccontare la propria esperienza di conoscenza personale di Giacinto Auriti.
Faulkner e Springsteen: dal Mississippi a Nebraska A/R
A cura di:
Gabriele ESPOSITO & Domenico SPINA
Con il contributo di: NOAM ARP
Un viaggio nell’anima degli Stati Uniti con la musica di Faulkner e la narrativa di Springsteen. Dalle radici della tradizione letteraria e musicale all’attualità dei protagonisti dolenti e sconosciuti a cui restituire dignità con il racconto del loro mondo. Un viaggio nella nostra anima.
Un cognome che riporta alla memoria due artisti di spessore come Pasquale e Raffaello, protagonisti della mostra in programma da giovedì 17 dicembre a domenica 13 marzo (visitabile tutti i giorni ad ingresso libero dalle ore 16 alle ore 19). La selezione di 70 opere (42 di Pasquale Celommi e 28 del figlio Raffaello) dei due maestri rosetani sarà così al centro di un’iniziativa in programma negli splendidi locali di Villa Paris (via Marcacci n. 1), dal titolo Pasquale e Raffaello Celommi Pittori – voci sognanti nel canto luminoso di terra e di mare.
L’iniziativa è dell’Amministrazione rosetana, è realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo e alla collaborazione della Cooperativa Sociale Lo Spazio delle Idee, ed è seguita dal vice-sindaco e assessore alla Cultura e alle Manifestazioni, Maristella Urbini, assieme a Paola Di Felice e al responsabile della mostra, Mario Giunco.
Pasquale Celommi (Montepagano 1851 – Roseto degli Abruzzi 1928)
E’ considerato uno dei maggiori rappresentanti della pittura abruzzese e italiana tra Ottocento e Novecento. E’ definito il pittore della luce per gli straordinari effetti che riesce a creare sulla tela e che accrebbero la sua fama in Italia e all’estero, dove sono conservate molte sue opere. Descrisse, con insuperata maestria, la vita dei pescatori e dei contadini, le tradizioni popolari, la fatica quotidiana di uomini e animali in una natura ancora serena e incontaminata.
Raffaello Celommi (Firenze 1881 – Roseto degli Abruzzi 1957)
Figlio di Pasquale e della fiorentina Giuseppina Giusti, qualche mese dopo la nascita fu portato a Roseto. Ben presto seguì le orme paterne, raggiungendo esiti originali in temi ormai consacrati dalla tradizione (marine, scene agresti, ritratti) trattati con notevole perizia tecnica.
Torna al Teatro Spazio Electa di Teramo Electa Public Off, rassegna di teatro contemporaneo e danza di ricerca messa in piedi da Acs-Abruzzo Circuito Spettacolo (direzione artistica di Eleonora Coccagna per la danza e Antonia Renzella per il teatro). Il cartellone prevede per venerdì 26 febbraio (ore 21) un appuntamento per appassionati di tearto classico. In scena verranno rappresentate Le Eumenidi di Eschilo. Ad otto attori diretti dalla regista Vanessa Gasbarri il compito di rappresentare il terzo episodio dell’Orestea (trilogia aperta dalle tragedia Agamennone e Le Coefore), nella versione tradotta da Pasolini.
Circolo virtuoso Il nome della Rosa Giulianova Alta, Via Gramsci 46/a Info Line 338/9727534
Sabato 27 febbraio ORE 22,00
MUSICA LIVE
“SETTANTA”
Piccola rassegna di canzoni del periodo degli anni di piombo
Massimo MARTELLI: Chitarra e voce
Luca MARTELLI: Chitarre
“L’iniziativa “Settanta” propone un piccolo contributo alla memoria di un decennio “caldo”, quello che in Italia va dal ’68 alla fine degli anni settanta. Un decennio vissuto pericolosamente ma intensamente, tra scontri di piazza, manifestazioni e proteste, bombe e stragi, radicalizzazioni ideologiche ed esistenziali. Un decennio, comunque, attraversato dal desiderio di cambiare e di riappropriarsi del mondo.
Il nostro incontro, parlato e cantato, vuole essere un modesto omaggio alla memoria storica di quel tempo ormai lontano e al ricordo di una generazione, la più grande della storia dell’umanità, che nel suo intento di assaltare il Cielo quasi vi riuscì, poco prima dello scoppio del temporale e dello spalancarsi dell’abisso profondo dell’oblio.
All’Orda d’Oro e alla sua lunga scia questi pensieri sono dedicati.”
Come affrontare la scuola e la vita con intelligenza emotiva
A cura di:
Ramona SORRICCHIO
Educatrice e formatrice
Laura TRAINI
Formatrice esperta in tecniche di lettura veloce e memoria funzionale
La scuola spesso diventa un momento di litigio e discussioni con i figli e altrettanto spesso gli stessi si sentono frustrati e incompresi, le insegnati si lamentano, e trovare una via di uscita sembra davvero difficile. Classi troppo piene dove i docenti, ovviamente, non riescono a seguire ogni bambino in un modo che rispetti le sue capacità e possibilità e quindi trasmettere una giusta modalità di approccio allo studio.
Come spesso succede durante una corsa chi sta davanti segue e chi resta indietro si perde. Perdersi a scuola significa creare un idea del se distorta, bassa autostima, odio per le regole e per lo studio, difficoltà a mantenere l’attenzione in classe, difficoltà a rapportarsi con i compagni e con l’autorità. La mancata prestazione scolastica dovuta a motivazioni inizialmente casuali inizia a creare una personalità ben strutturata con un idea del se negativa.
Ciò che valutiamo come giusto o adeguato a volte basa il giudizio su concetti facilmente rappresentabili come numeri giudizi e prestazioni. Purtroppo il mondo oggi ed i ragazzi oggi sono molto diversi da 15 anni fa. Sono diverse le opportunità diversi gli stimoli diverse le modalità di raggiungere le informazioni e a volte capita di non riuscire davvero a comprendere le esigenze dei bambini e la giusta chiave di lettura di alcuni comportamenti.
I figli sono gli essere che il genitore (di norma, perché purtroppo non è sempre cosi) ama di più al mondo eppure a volte sembrano esseri totalmente incomprensibili.
La società ci allena ad approfondire le nostre conoscenze e prestazioni, ma siamo esseri umani e che lo vogliamo oppure no ogni nostro comportamento ogni nostra azione è guidata dalle nostre emozioni. Sono le emozioni che guidano le azioni e non il contrario.
Questa cosa è scientificamente e chiaramente spiegata dalla formazione evolutiva del nostro cervello, i centri delle emozioni primarie risiedono nella parte più antica ed arcaica, per tanto in situazioni stressanti o di tensione prendono il sopravvento sulla ragione, sulla razionalità. Imparare a conoscere le nostre emozioni in rapporto all’altro e comprendere le emozioni dell’altro nei nostri confronti e nei confronti delle situazioni ci concede una chiave di lettura della realtà molto più ampia.
La partecipazione al seminario è gratuita e lo stesso sarà propedeutico all’eventuale organizzazione di un corso; è gradita la prenotazione.
Circolo virtuoso Il nome della Rosa Sabato 20 febbraio ORE 21,30
GUIDA ALL’ASCOLTO
“Perché volete disturbarmi se io forse sto sognando un viaggio alato
sopra un carro senza ruote trascinato dai cavalli del maestrale”
“THE DOORS – Live at the Hollywood bowl – 1968
CREAM – Farewell concert – 1968
A cura di: Luciano CRESCENTINI e Paolo DI CRISTOFARO
Letture scelte: Luciana DI PIETRO
Un testo breve di poche righe che descriva cosa, chi ed i perché di un’Epoca (anni 60/70/80) doveva andare necessariamente, per Natura, Emozioni ed Elezione Rivoluzionaria tutto “storto”, è audace e difficile!
Il Nome della Rosa ri-assumendo “equilibri di tendenze e gusti musicali fluttuanti e variabili” , nelle serate dedicate alla Musica Rock, Pop, Progressive, celebra ed Onora in maniera consona soltanto agli Eroici “Maledetti e Romantici sopravvissuti e mai domi” ( “i Neri ed i Rossi” in Ray Ban, eschimo o giubbini pelle..Filosofie possibili) la Lotta senza compromessi, lo Stile di Vita e di Morte.
Una trazione ritmica e Passionale indietro nella Storia del Pop quindi, che porta inesorabilmente avanti verso espressioni Musicali ed Artistiche, quindi non Politiche ma Ideologiche senza tempo, che hanno lasciato un segno su mattonelle dei “Club giovanili”, quando non in stereo di intrecci e mille fili, nelle auto intrise di colla per manifesti di appartenenza…poi a terra su asfalto rosso sangue. Ritmi lenti e frenetici percossi da drums ed assoli di voci, Hammond e chitarre….Pensieri subito Azioni..pretese di Giustizia! Le tendenze e gli stereotipi giovanili odierni più commerciali allora si arrendono e vigliaccamente fuggono.
Attraverso l’esperita guida del mentore e cultore della “materia viva” Luciano Crescentini, l’intuizione organizzativa e tematica di Paolo Di Cristofaro, il collagene delle letture di testi di canzoni, note discografiche e biografiche di Luciana Di Pietro, porteremo in tournée e nel corso di tutti gli appuntamenti in programma fino a Maggio, Band e Gruppi ora divisi, finiti negli accadimenti di dipartite senza deroghe e scusanti (interpreti unici morti per droga o drammi scelti)…ma nel Nome della Rosa riappacificati, “risorti” in proiezione e quindi ancora Vivi e Presenti (U2- Eagles – Genesis – Led Zeppelin – King Crimson – Gentle Giant – Yes – Deep Purple – Pink Floyd – Jetro Tull – PFM…e tanti altri).
Il Banco del Mutuo Soccorso da cui abbiamo estratto titolo della rassegna, sia incipit per ogni vostra autonoma riflessione e considerazione …per intuire “esprit de finesse” dei nostri Sogni e Desideri non disillusi e sconfitti…secondo la Legge, inderogabile, inconfondibile, attenta agli accadimenti Intelligenti e Coraggiosi del nostro Circolo Virtuoso. Vi aspettiamo con CuoreAlto…con ChiconelCuore.
“The Doors Live At The Hollywood Bowl” è il concerto dei Doors filmato all’ Hollywood Bowl di Los Angeles il 5 luglio del 1968. Il concerto fu registrato su un otto piste audio e filmato con pellicola a colori in 16 mm e ripreso da 4 cineprese. Tra coloro che ripresero il concerto figurano Paul Ferrara alla regia, Frank Lisciandro fotografo e un giovanissimo Harrison Ford dietro a una delle quattro cineprese posizionate intorno al palco del Bowl per catturare le varie angolazioni del concerto.
Il Farewell Tour del ’68 fu l’ultimo che Eric Clapton, Ginger Baker e Jack Bruce fecero insieme come Cream (salvo successive reunion). Questo bootleg è la registrazione di uno di quei 22 concerti, quello all’ Inglewood Forum di Los Angeles. Nove pezzi, in pratica tutti i classici dei Cream, belli dilatati e spalmati su poco più di un’ora e un quarto di durata complessiva del cd. L’esibizione è forse un po’ imprecisa, intendiamoci, non che suonino male, sono pur sempre tre maestri nei rispettivi ruoli, diciamo che c’è qualche erroruccio qua e la, qualche sbavatura, tecnicamente non sono di certo questi i Cream migliori, appaiono in alcuni frangenti un po’ distratti, poco concentrati, forse con la testa già proiettati verso le loro avventure future, e probabilmente sotto effetto di qualche roba strana, sicuramente un po’ bevuti. Ma a far da contraltare vi è una grandissima energia, il suono è robusto e sporco al punto giusto, la performance è molto muscolare, insomma sembrano suonare più con lo stomaco che con la testa, viscerali, spontanei, sinceri. Dimostrano per l’ennesima volta di trovarsi a proprio agio nei lunghi assoli strumentali e la consueta inventiva a livello improvvisativo. Chitarra, Basso e Batteria in continua sfida, il blues più indemoniato chesfocia nell’hard rock e nella psichedelia.
Il disco dà il meglio di se nella sequenza dei tre pezzi iniziali, l’attacco del concerto è impietoso, con una trascinante e stravolta “White Room”, all’inizio della quale sembra esserci un piccolo taglio, poi la storica cover “Crossroads” (Robert Johnson) e quindi si raggiunge l’apice già al terzo pezzo, uno dei riff più famosi di sempre, “Sunshine of Your Love”con la chitarra di Clapton a farla da padrone. L’ armonica impazzita di Jack Bruce caratterizza la successiva“Traintime”, mentre “Toad” concede al virtuoso percussionismo di Baker il ruolo di primo attore. Altro omaggio al vecchio Blues è la dilatatissima “Spoonful” (Willie Dixon), seguita da “I’m so Glad”, mai amata troppo da chi vi scrive, e da una pesantissima “Politician” che sembra anticipare lo stile ed il sound cupo e distorto dei Black Sabbath. Si chiude con un altro vecchio celebre standard blues “Sitting on the Top of the World” ovviamente rielaborato dai tre da par loro. A far da cornice all’esibizione vi è un pubblico bello caldo ed in generale un’atmosfera divertita e festosa, nonostante fosse un tour d’addio.
Questo è solo uno dei tanti dischi che testimonia come l’hard rock fosse presente sui palchi già qualche anno prima del suo esordio ufficiale su disco (LED ZEPPELIN, 1969), e ci conferma l’importante ruolo di antesignani del genere ricoperto dai Cream.
Il suono della registrazione è buono, non cristallino, è pur sempre un bootleg, ma i tre strumenti e le voci vengono fuori ben distinti. Il cd nella sua parte superiore ha l’aspetto di un piccolo vinile ed è racchiuso in una custodia in cartonato spartana, ma caruccia nella sua semplicità. Se vi piace il blues pesante e l’improvvisazione strumentale tipica dei Cream, ma direi comune a molta della musica di quel periodo, allora fateci pure un pensierino, potrebbe piacervi.
Sabato 20 Febbraio 2016, alle ore 17:30 presso la Sala S. Allende – Piazza della Repubblica di NERETO (TE)
presentazione del saggio di Francesco Galiffa
L’ORO DEI CONTADINI
Edizioni Tabula fati
Intervengono
Pasquale Galiè, Presidente Pro Loco Nereto
Giuliano Di Flavio, Sindaco di Nereto
Leandro Di Donato, Istituto Abruzzese di Rierche Storiche
Marco Solfanelli, editore
Coordina
Antimo Amore, giornalista RAI
Scheda del libro:
Se c’era un vegetale che meritasse un impegno di ricerca e di riflessione per la possibilità di nutrimento, quindi di vita, che offre a tanta parte dell’umanità, questo era il grano, e Francesco Galiffa, nella sua sensibilità di cultore del sapere antropologico (come ha dimostrato in altri suo i pregevoli studi), lo ha intuito con sicurezza e lo ha messo in atto con questo libro.
L’itinerario che l’Autore suggerisce al lettore è quello temporale della vicenda del grano, dalle operazioni che precedono la semina sul terreno alla fruttificazione, dalla raccolta alla finale consumazione del prodotto come pane, pasta e via dicendo, insomma dalla zeta di “zappa” alla a di “alimento”.
Ma questa sequenza potrebbe apparire un rigido e scontato paradigma, se non fosse vivificato al suo interno da un animus tutto proprio dell’Autore, grazie alle sue esperienze esistenziali, cioè denotato dalle origini famigliari, poi dal diretto contatto con gli ambienti rurali, e ancora dal costante interesse, pur negli anni della docenza, verso le condizioni di vita e le problematiche proprie del mondo agricolo.
Perciò il suo atteggiamento nei confronti della materia studiata e descritta non è quello del ricercatore distaccato, preso più dalla preoccupazione dell’obiettività e della completezza che dalla volontà di adesione cordiale al soggetto prescelto, bensì quello di chi ha vissuto e vive condividendole le ansie, le attese, gli sconforti e le gioie del lavoratore dei campi, attraverso le varie fasi della produzione.
Francesco Galiffa
L’ORO DEI CONTADINI
La vita del grano dalla Z alla A
Presentazione di Umberto Russo
I ragazzi di Brema: Brema, Germania, 28 gennaio 1966. Un aereo della Lufthansa con a bordo 46 passeggeri precipita in fase di atterraggio. Sull’aereo volano sette atleti della Nazionale italiana di nuoto (il triestino Bruno Bianchi, il torinese Chiaffredo “Dino” Rora, il romano Sergio De Gregorio, il veneziano Amedeo Chimisso, la romana Luciana Massenzi, la bolognese Carmen Longo, la genovese Daniela Samuele), il loro tecnico, il fiorentino Paolo Costoli, e il commentatore della Rai, il genovese Nico Sapio. Non ci sono superstiti.
La squadra azzurra era diretta al Meeting di Brema, il più prestigioso appuntamento della stagione indoor del nuoto europeo. E per la prima volta l’Eurovisione avrebbe portato il nuoto nelle case degli italiani. Di quei ragazzi, oggi, non resta che una targa…
La migliore gioventù: “La vicenda umana, militare e sportiva nell’emozionante testo di Nardi e Ricci s’intreccia con quella di Ferdinando Altimani, Vittorio Pozzo, Mosso III, Biagio Goggio, Giuseppe Caimi, Guido Romano, Virgilio Fossati, Mario Meneghetti, Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari, Benigno Dalmazzo, Alfredo Armano, Enrico Canfari, Luigi Forlano, Emilio Corbelli, Giuseppe Ticozzelli, Giuseppe Sinigaglia, Amedeo Polledri e altri ancora. Marciatori, calciatori, ginnasti, pugili, ciclisti, schermidori, canottieri, piloti automobilistici, ognuno con una storia di piccoli e grandi eroismi. Molti caduti sul campo. Tutti tornati a rivivere in questo libro senza retorica, onesto e obiettivo nel suo descrivere la Grande Guerra con un respiro ricco di veri, indimenticabili, momenti di gloria”. (Sergio Giuntini)
L’AUTORE
Dario Ricci (Roma, 1973) è una delle voci dello sport più note di Radio24-IlSole24Ore. Come inviato di Radio24 ha seguito gli europei di calcio 2004, le Olimpiadi invernali di Torino 2006, quelle di Pechino 2008, i Mondiali di nuoto di Roma 2009, i Mondiali di calcio del 2010 e del 2014, le Olimpiadi di Londra 2012. Ideatore e autore di diversi programmi su Radio24, conduce Olympia-miti e verità dello sport.
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