BELLANTE, dalla TERCAS alla CARICHIETI: “PERCHE’ FALLISCONO LE BANCHE” SABATO 23 GENNAIO 2016
L’Ass.ne Culturale NUOVE SINTESI
in collaborazione con la SCUOLA STUDI GIURIDICI E MONETARI GIACINTO AURITI
Presenta il Convegno:
Dalla TERCAS alla CARICHIETI: “PERCHE’ FALLISCONO LE BANCHE”
Intervengono:
Gianluca Monaco (Scuola di Studi Giuridici e Monetari – Giacinto Auriti)
Marino Valentini (Consulente in Materia Bancaria – Ex Direttore Carichieti)
Giuseppe Roscioli (Resp. Nuove Sintesi)
SABATO 23 GENNAIO 2016, ORE 17.00
SALA CONSILIARE del MUNICIPIO – BELLANTE (TE)
La nostra è un’associazione che si è sempre adoperata fin dall’inizio della sua attività per far capire alle persone la realtà di questo sistema monetario basato sulla moneta debito, visto che tutta la moneta in circolazione nell’economia è creata attraverso il meccanismo del prestito. Le banconote e la moneta elettronica, create dalla banca centrale (privata) sono messe in circolazione prestandole alle banche commerciali oppure acquistando certificati di debito dello stato. Le banche commerciali creano la loro moneta nel momento in cui elargiscono un prestito ad un mutuatario o fanno altri investimenti. Questo è un fatto semplice ma nello stesso momento difficile da capire perché il nostro cervello è condizionato da secoli di luoghi comuni, uno tra questi è che alla moneta corrisponderebbe un quantitativo d’oro di pari valore.
Attualmente la moneta circolante è solo moneta a corso legale, quella stampata dalla banca centrale è intorno al 5% del circolante, mentre il rimanente 95% e moneta creata dalle banche. In questi numeri si racchiude il motivo per cui le banche, le grandi banche, sono definite “troppo grandi per fallire”. Perché se fallissero si arresterebbe il sistema di creazione di moneta e ci sarebbe il collasso di tutto il sistema economico. D’altra parte l’unica forza che ha la capacità di una risoluzione definitiva di questo cataclisma epocale rimane lo Stato, che ha purtroppo rinunciato alla sua prerogativa sovrana di creazione della moneta. Purtroppo l’ideologia imperante neoliberista esclude a priori che lo stato possa intervenire. Ma in estrema ratio il collasso del sistema bancario che sarebbe provocato dal fallimento a domino delle banche, anche di quelle piccole e medio piccole, costringerebbe lo Stato a riprendersi questa prerogativa dalle mani dei banchieri privati. Per evitare anche solo in linea teorica questa possibilità, i pensatori dei i circoli di potere, che stanno intorno e dietro le banche, hanno portato avanti questa narrativa “le banche debbono essere salvate a costo zero per i contribuenti”. L’ideologia di fondo che sta dietro questa affermazione è chiaramente quella neoliberista del libero mercato, essa è preponderante negli organismi internazionali e all’interno delle istituzioni europee, come dimostrano i recenti avvenimenti riguardo la TERCAS.
Questa banca è stata salvata attraverso operazioni in cui interveniva il Fondo Interbancario Tutela dei Depositi, e questi interventi sono stati ritenuti dalla Commissione Europea come un aiuto di stato, pertanto si è iniziata una procedura secondo l’articolo 108 paragrafo 2. “Qualora la Commissione, dopo aver intimato agli interessati di presentare le loro osservazioni, constati che un aiuto concesso da uno Stato, o mediante fondi statali, non è compatibile con il mercato interno a norma dell’articolo 107, oppure che tale aiuto è attuato in modo abusivo, decide che lo Stato interessato deve sopprimerlo o modificarlo nel termine da essa fissato.
Nel corso della conferenza questo sarà oggetto di un più approfondito esame.
La Carichieti, altra ex Cassa di risparmio, invece è stata sottoposta alla cosiddetta procedura bail-in in cui è stato applicato il decreto legislativo approvato di corsa dal governo il 16 Novembre del 2015 in cui si dà attuazione alla direttiva del parlamento europeo 2014/59/UE e del consiglio europeo del 15maggio 2015; con questa procedura si è visto come il potere bancario è pronto ad agire, seguendo una gerarchia nelle perdite: prima gli azionisti, poi i creditori e, infine, i correntisti. A favore di questi ultimi dovrebbe entrare in funzione il Fondo Interbancario Tutela dei Depositi fino a 100000 euro.
Ci sia consentito alcune osservazioni di carattere politico.
Noi siamo tra quelli che sostengono che i politici sono i camerieri dei banchieri. Se si confronta il testo del decreto legge con quello che “consigliava” il FINANCIAL STABILITY BOARD del 2011 nel suo documento: Elementi Chiave del Regimedi Risoluzione delle Istituzioni Finanziarie, si vedrà che la strategia è quella dei banchieri, e i politici si limitano sempre a legiferare in conformità, sembra che la politica non sia in grado di elaborare alcuna strategia alternativa. Breve inciso il FSB è un organismo consultivo del G 20 dove è preponderante e costante la presenza delle cosiddette istituzioni finanziarie: FMI, Banca Mondiale e, la sempre presente, Banca dei Regolamenti Internazionale che lo ospita nella sua sede di Basilea. Queste istituzioni sono a nostro parere il vero governo mondiale, esse sono autoreferenziali, non sottoposte al controllo democratico e anzi la BRI (e i suoi dipendenti) godono dell’immunità di giurisdizione e i beni della banca dell’immunità di esecuzione, non sono eletti e rispondono solo a se stessi e sono sempre cooptati. Un po’ come la massoneria!.
L’élite crede che le “grandi decisioni” sono di gran lunga troppo importanti per essere lasciate “al popolo”, e così la maggior parte delle “istituzioni internazionali” che sono state fondate dall’élite funzionano indipendentemente dal processo democratico.
Parleremo quindi nei particolari di Tercas e Carichieti alla luce dell’esperienza del dott, Valentini insider alla Carichieti fino al 2010, quando ha abbandonato la banca per una crisi morale.
Cercheremo di prospettare gli avvenimenti alla luce della nostra prospettiva di riforma del sistema bancario e monetario, che si inserisce all’interno di un Movimento per la Riforma Monetaria che agisce oramai in tutta Europa e si cominciano ad intravedere qualche cosa. Vedi il referendum che si dovrà tenere in Svizzera. L’iniziativa svizzera Vollgeld è riuscita a lanciare un referendum su un emendamento alla Costituzione svizzera per sostituire la moneta di banca con la moneta sovrana sotto il controllo esclusivo della Banca nazionale svizzera. Sono state raccolte e autenticate quasi 111.000 firme. La Riforma della moneta sovrana è ora definitivamente nell’agenda politica in Svizzera. Speriamo che questi drammatici avvenimenti che riguardano i cittadini che hanno depositato con fiducia tutti i loro risparmi nelle loro banche, siano l’occasione per promuovere anche qui in Italia, perché no cominciando dall’Abruzzo, la terra di Auriti, la necessità di una riforma del sistema monetario. I cui punti fondamentali possono essere così riassunti:
1. La moneta sarà solo quella emessa da un Amministrazione della moneta, indipendente
2. Lo stato metterà moneta in circolazione senza interessi, attraverso interventi sul territorio, finanziamenti alle comunità e allo stato sociale ecc.
3. Le banche potranno prestare solo quella moneta che è di loro proprietà oppure quella di proprietà dei depositanti che accettano di farlo – riserva piena
4. Di conseguenza i depositi devono essere considerati di proprietà degli intestatari ed amministrati fuori bilancio, i depositanti dovranno pagare un diritto per questo servizio.